Adesso la bozza è stata sottoposta all’attenzione dei sindacati della polizia. La riorganizzazione dei commissariati romani, ovvero la rimodulazione dei presidi della polizia di Stato in 14 città metropolitane, compresa Roma, che è ovviamente la più estesa per territorio e la più abitata per popolazione, è a un passo. All’interno del decreto a firma del capo della polizia Franco Gabrielli, c’è il frutto dell’attività del gruppo di lavoro interforze istituito nel gennaio di due anni fa dal ministero dell’Interno ha concluso il suo lavoro individuando dove razionalizzare gli uffici sul territorio, con il ritorno ai distretti di pubblica sicurezza, come «presidio territoriale di sintesi e coordinamento informativo dei commissariati sezionali sul proprio territorio» e come «interfaccia con le competenti articolazioni della Questura di Roma e di dialogo strutturato con i municipi di rispettivo riferimento».
Solo a Roma quindi i distretti saranno quindici. Dal I Distretto, ovvero il commissariato Trevi-Campo Marzio, che coordinerà tutti gli uffici della polizia del centro, compreso Trastevere, al II Distretto, di Salario-Parioli, con il quadrante università La Sapienza fino al quartiere Africano. E ancora il III Fidene-Serpentara, l’ex commissariato Montesacro, il IV sarà San Basilio, il V Prenestino, il VI Casilino, il VII San Giovanni, l’VIII Tor Carbone, il IX Esposizione (Eur), il X Lido di Roma (Ostia), l’XI San Paolo, il XII Monteverde, il XIII Aurelio, il XIV Primavalle (fino a Monte Mario) e il XV Ponte Milvio, fino al Flaminio. Saranno retti da primi dirigenti della polizia.
Oltre alle attività specifiche di controllo del territorio, ordine pubblico e di indagine, i distretti parteciperanno anche a riunioni tecniche con i municipi dei loro territori e alle riunioni degli Osservatori territoriali per la sicurezza, che agiscono di supporto al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura. E mantengono uno scambio continuo di informazioni con i commissariati sezionali.