E’ durata dopo piu’ di sei ore la terza udienza del processo con il rito abbreviato alla ‘banda dello spray’ i sei giovani modenesi tutti presenti in aula accusati di aver scatenato il panico all’interno del ‘Lanterna Azzurra Clubbing’ di Corinaldo dove nella notte tra il 7 e l’8 dicembre dello scorso anno morirono 5 adolescenti e una mamma. Da quanto e’ trapelato degli interrogatori davanti al gip Paola Moscaroli tutti hanno confermato di avere tra loro una conoscenza superficiale di non aver mai agito in gruppo ma anche di aver colpito in altri locali notturni prima di Corinaldo per rubare oggetti preziosi che poi rivendevano per avere i soldi necessari a soddisfare le loro esigenze quotidiane e per acquistare droga per il consumo personale. Il pm Paolo Gubinelli li ha incalzati sostenuto dalle intercettazioni telefoniche in possesso della procura che invece lasciano intendere una consolidata conoscenza all’interno del gruppo che operava con altre bande simili in particolare di Genova ndr. e dedite allo stesso tipo di furti e rapine nei locali notturni.
A Corinaldo comunque quella notte c’erano tutti e sei ma per loro e’ stata una casualita’ e in ogni caso nessuno di loro ha usato lo spray urticante che ha scatenato il panico all’interno del locale dove erano in centinaia in attesa dell’esibizione del trapper Sfera Ebbasta. E’ stato surreale ascoltare le dichiarazioni di ragazzi poco piu’ che maggiorenni – ha dichiarato al termine dell’udienza l’avvocato Corrado Canafoglia che rappresenta diverse parti civili – che hanno raccontato con nonchalance comportamenti di quella portata. Mi rimane forte l’immagine dei visi di ragazzini capaci di aver creato un disastro di quel genere dove alle spalle emergono sempre la droga e un vissuto non lineare . La prossima udienza e’ stata fissata per il 25 giugno sara’ dedicata all’intervento del pubblico ministero e delle parti civili; le conclusioni dei difensori degli imputati sono attese per l’udienza dell’8 luglio.
AGI