Alta tensione, questa mattina, davanti al carcere di Santa Maria Capua Vetere tra il personale di Polizia Penitenziaria ed un gruppo di Carabinieri in borghese che volevano notificare una serie di avvisi di garanzia per presunti maltrattamenti a detenuti durante la rivolta dello scorso aprile.
“Oggi è andata in onda una spettacolarizzazione assurda per notificare degli atti, con carabinieri in borghese e con macchine piazzate in mezzo al viale di accesso al carcere di S.Maria Capua Vetere, ad alcuni appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Anziché farlo all’interno del penitenziario, con tutte le garanzie, si è assistito al fermo da parte dei militi dell’Arma di chiunque entrava e usciva dal carcere per identificazione. Una situazione incredibile ed assurda, accaduto davanti ai familiari dei detenuti, senza alcun senso se non quello di determinare la ferma protesta dei poliziotti penitenziari, riversatisi in massa nel viale di accesso al carcere ed alcuni addirittura andati sui tetti della caserma”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri. “Davvero non c’era altro modo per notificare gli atti per presunte violenze ai detenuti? Davvero era necessario fare questo show senza senso? Martedì sarò al carcere di S.Maria Capua Vetere con il responsabile del nostro Studio legale per portare la solidarietà al personale e la difesa gratuita. Massima fiducia nella Magistratura, come sempre, ma va con serenità ribadito che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato”.
Capece, che ha rappresentato ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria l’incresciosa situazione, auspica un chiarimento con il Comando regionale dei Carabinieri sull’agire dei militi dell’Arma.
Il primo Sindacato dei Baschi Azzurri torna a evidenziare che “la Polizia Penitenziaria che lavora nel carcere di S.Maria Capua Vetere è formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante lavoro credono nella propria professione, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano ogni giorno, come le gravissime e pericolose rivolte dello scorso aprile”.