“Ha perfettamente ragione il Capo della Polizia quando, nell’affermare che ‘Non è ammissibile che una manifestazione sfoci in violenza gratuita’ contro i poliziotti, che ‘ogni giorno, sono impegnati esclusivamente al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini’, a maggior ragione se questo avviene, come ieri a Napoli, proprio in coincidenza con le cerimonie commemorative della strage di Capaci, dove tra gli altri persero la vita tre degli agenti della scorta di Giovanni Falcone”.
Così Vincenzo Chianese, Segretario generale di ES Polizia, con riferimento alla vile aggressione che ha portato al ferimento di tre agenti del Reparto mobile impegnati a far rispettare le regole imposte dall’emergenza Covid-19 a tutela di tutta la cittadinanza, ivi compresi i manifestanti, aggiungendo poi che: “Assolveremo senz’altro al nostro onere di essere veloci nell’identificare i responsabili e nell’assicurarli alla Giustizia, ma i politici non possono più sottrarsi a quello di isolare i violenti”.
“Taluni tra essi – osserva Chianese – si assumono gravi responsabilità quando alimentano o anche semplicemente tollerano che la comprensibile insofferenza verso i disagi, sociali ed economici, legati alle misure adottate per prevenire il diffondersi del contagio, si trasformi in moti di ribellione violenta verso le Forze di polizia che, per legge, hanno il compito, tassativo ed inderogabile, di far rispettare le norme ed i conseguenti provvedimenti delle autorità, senza entrare nel loro merito”.
“Se si vuole evitare una ‘escalation’ di episodi analoghi a quelli che si sono verificati ieri – prosegue – politici ed amministratori, a cominciare da quelli che sono notoriamente punti di riferimento per gli organizzatori della manifestazione di Napoli, sui fatti devono prendere una posizione pubblica e dire chiaramente che la scelta di imporre temporanee limitazioni alle modalità con cui è consentito manifestare non mira affatto a limitare la libertà, ma solo a salvaguardare la salute pubblica”.
“Chiunque si sottrarrà a questo onere etico, prima ancora che politico – conclude il sindacalista – rischierà di condividere la responsabilità, almeno morale, degli attacchi all’incolumità personale che, dopo i tre colleghi rimasti feriti ieri, inevitabilmente tanti altri Servitori dello Stato subiranno perché, ancora una volta, nel nostro Paese verranno utilizzarti come ‘fusibili’ su cui la politica scarica tensioni economiche e sociali che sono, invece, di sua esclusiva pertinenza. Noi non lo tollereremo”.