Rose rosse e bianche fanno da contorno all’altare dove il vescovo Gualtiero Sigismondi celebra il funerale della piccola Greta, trovata morta in una piscina di una villa abbandonata, a Poggiarello. Fiori che aumentano a vista d’occhio, ogni persona arriva, lascia una piantina e regala una carezza ai genitori di Greta, Cristina e Ciprian.
Le rose saranno piantate in un luogo della frazione che sceglierà la famiglia e, con tanto di targa commemorativa, andranno a costituire il «Roseto di Greta», un luogo eterno, dove la bambina sarà ricordata e lascerà il suo segno. Insieme alle rose c’è il mazzo dell’amministrazione, il sindaco Stefano Zuccarini è presente con tanto di fascia tricolore. Intorno una folla, almeno un centinaio di persone, silenziose e distanziate come la normativa impone. E, nonostante la mascherina, dagli occhi emerge il dolore di ciascuno per la perdita di una bimba che non tutti conoscevano, ma che lascia comunque un vuoto incolmabile.
Una tragedia ingiusta, per una piccola di poco più di tre anni dallo sguardo sveglio e vivace. Uno sguardo che traspare dalla foto di Greta, posizionata vicino alla bara, in cui si vede lei sguazzare in acqua, una delle sue grandi passioni. I genitori, piegati dal dolore, trascorrono la durata della celebrazione in ginocchio, a fianco alla piccola bara bianca. Insieme a loro i cani, i due labrador, che hanno accompagnato Greta nella villa disabitata di Poggiarello, tra Capodacqua e Pontecentesimo, sulla montagna folignate, ma che hanno anche provato a salvarla.
La Nazione