Multa i partecipanti ad un funerale, carabiniere bersagliato dagli “heaters” sui social. Lui risponde stizzito, ma il suo post è censurabile: allude alla fedeltà delle donne di Acerno. Ed è rivolta. Le repliche, sempre via social, sono sempre più feroci. A metterci una toppa è il sindaco Massimiliano Cuozzo, attraverso un altro post, stavolta sulla pagina ufficiale del Comune, con il quale stigmatizza lo scritto del sottufficiale, in servizio alla stazione di Acerno da tre lustri, precisando che gli altri commilitoni si dissociano dallo scritto, poi cancellato, del loro collega attaccato per le 50 multe notificate ai partecipanti al corteo funebre.
“Rassicuriamo la cittadinanza che a seguito di un increscioso episodio che ha coinvolto un appartenente alle forze dell’ordine, immediatamente sono stati interessati gli organi preposti. Gli appartenenti alla locale stazione dei Carabinieri si sono dissociati da quanto scritto dal proprio collega e hanno espresso il proprio rammarico e le sentite scuse a tutta la cittadinanza, rassicurando che l’Arma interverrà adottando i provvedimenti del caso”.
Ma ormai il dado era tratto, la bufera social impazzava. Gli stessi carabinieri, attraverso la locale stazione e la compagnia di Battipaglia diretta dal maggiore Vitantonio Sisto, in qualche modo hanno cercato di spegnere la rivolta virtuale.
«Non amo i social -ammette il primo cittadino Cuozzo-, mi è stato riferito di questo post “particolare”. Qualche cittadino si è risentito per essere stato sanzionato dai carabinieri durante il funerale di un nostro concittadino, avvenuto la scorsa settimana. In base a quanto successo attraverso la pagina Facebook del Comune mi sono limitato ad una comunicazione istituzionale». Il sindaco di Acerno, sul vespaio che si è sollevato nella sua piccola comunità, ha aggiunto: «l’amministrazione comunale, forze dell’ordine e volontari siamo concentrati sull’emergenza sanitaria. Mi dispiace quello che è successo, ognuno si assume le proprie responsabilità».
I FATTI – Andrea Giannattasio, 58enne del posto benvoluto da tutti, faceva il boscaiolo. Il 4 maggio, al termine del lungo lockdown aveva ripreso l’attività, portandosi in montagna. Fino al giorno dopo, però, al suo cellulare non ha risposto nessuno. Partite le ricerche, l’uomo è stato ritrovato senza vita. La salma è quindi stata trasportata in ospedale laddove l’autopsia ha attribuito ad un inesorabile infarto la causa del decesso. Restituita la salma ai familiari, in un paese sotto choc sono stati organizzati i funerali.
IL CORTO CIRCUITO – La funzione è stata fissata per il pomeriggio di sabato 9 maggio presso la centrale chiesa di Santa Maria degli Angeli (foto). In piena fase-2, DPCM e Ordinanze regionali disciplinano in maniera chiara ogni funzione religiosa, i funerali in particolare. Succede però che un corposo corteo abbia accompagnato la salma in chiesa sui cui banchi il parroco officiante Don Antonio Caroppoli, in ossequio delle norme, aveva fatto affiggere dei segnaposti – visibili ancora il lunedì – per un totale di quindici persone ammesse. Invece, la chiesa si sarebbe gremita con il resto della gente fuori, in attesa. Esaurita la funzione, bara e corteo funebre al seguito sono ripartiti alla volta del cimitero. Qui e solo ora, lungo viale San Donato, i Carabinieri sono intervenuti sciogliendo l’evidente assembramento.