Giornata di follia e violenza, ieri sera, nel carcere di Bancali a Sassari. Lo denuncia in un comunicato stampa Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE “Ieri sera nel carcere di Bancali, nella Sezione art.21 (LAVORANTI), alcuni detenuti stranieri si sono azzuffati. Uno di loro è finito all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Immediatamente è stata eseguita una perquisizione nella Sezione, dove sono stati rinvenuti punteruoli, un coltello in ceramica e un telefonino. Il detenuto finito in ospedale era già stato trovato in possesso di un telefonino, pertanto riportato in Sezione chiusa. Quel che è accaduto ha riportato alla ribalta le difficoltà della struttura detentiva e delle gravi condizioni operative nelle quali lavora ogni giorno il personale di Polizia Penitenziaria. Dove sono ora quelli che rivendicano ad ogni piè sospinto più diritti e più attenzione per i criminali ma si scordano sistematicamente dei servitori dello Stato, come gli Agenti di Polizia Penitenziaria e gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, che ogni giorno rischiano la vita per la salvaguardia delle Istituzioni?”, si chiede provocatoriamente Cannas.
Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, “quel che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l’ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Da tempo il SAPPE denuncia, inascoltato, che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza di personale – visto che le nuove assunzioni non compensano il personale che va in pensione e che è dispensato dal servizio per infermità -, il mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento. La realtà è che sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali.”