“Non è affatto vero che nel carcere di Bancali gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria sono stati tutti sottoposti a tamponi e test sierologici per accertare l’eventuale contagio da Covid-19. Affermalo è falso perché sono decine e decine i poliziotti che non sono stati coinvolti e che neppure ne hanno sentito parlare. Siamo in presenza, insomma, di una fake news, utile probabilmente solo a chi vuole ottenere un po’ di visibilità mediatica piuttosto che affrontare seriamente i problemi del carcere di Bancali”. Non ha peli sulla lingua Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per denunciare una ‘falsa notizia’, ossia la rassicurante dichiarazione del garante dei detenuti di Sassari Antonello Unida. Rincara la dose nella sua denuncia, Cannas: “Noi ce lo auguriamo, ovviamente, ma come si può affermare che a Bancali non c’è stato alcun poliziotto o detenuto positivo se sono decine e decine i casi di persone che non sono state sottoposte a test ematico e tampone? A cosa serve vantarsene in tv e sui giornali se ciò non è vero?”
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, denuncia i ritardi sulla prevenzione e contrasto del Covid-19 in carcere: “La realtà è che non ci sono stati sufficienti dispositivi di protezione quando servivano, ossia a ridosso della pandemia. Ci sarebbero stati se si fosse raccolto per tempo il nostro appello a dotarne tempestivamente il Corpo di Polizia Penitenziaria. Scoppiata la pandemia, infatti, ci siamo trovati nella difficoltà di avere a disposizione mascherine, guanti, occhiali, sovra scarpe ed ogni altro DPI utile. E quando sono arrivate le prime mascherine c’è persino stata qualche Direzione che ha detto agli Agenti di non indossarle, per non spaventare i detenuti…. Per fortuna, le Segreterie regionali del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE hanno iniziato la distribuzione dei primi scatoloni di mascherine e schermi di protezione destinati agli appartenenti al Corpo di Polizia in servizio negli Istituti e servizi penitenziari del Paese iscritti al Sindacato. La distribuzione è avvenuta a seguito di una collaborazione con la Confederazione CONFSAL e prevede la distribuzione di Dispositivi di protezione individuale quali, appunto, mascherine e schermi. E’ un segnale di attenzione che intendiamo rivolgere alle colleghe ed ai colleghi che in prima linea affrontano l’emergenza Coronavirus nel contesto del già grave problema del sovraffollamento. Ma ribadisco che le donne e gli uomini appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria devono essere sottoposti, tutti e con urgenza!, al tampone per l’accertamento dell’eventuale contagio al Coronavirus ed ai test sierologici. Al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede chiedo di non ritardare ulteriormente questi accertamenti che sono fondamentali per la sicurezza sociale.”