La tragica morte della guardia giurata Aniello Carotenuto, avvenuta giovedì sera sulla complanare, non è solo il frutto di una fatalità e dell’attraversamento di un cinghiale: lo afferma Maurizio Puglisi, segretario provinciale del sindacato di categoria Unal, Unione Nazionale Autonoma del Lavoro.
Secondo il sindacalista fra le cause dell’accaduto vanno annoverate le condizioni di lavoro degli operatori della sicurezza, che negli anni si sono deteriorate. “Le guardie giurate sono arrabbiate e addolorate perché per l’ennesima volta devono piangere la morte di un collega e la politica invece di affrontare e risolvere il problema cerca di distogliere l’attenzione dando la colpa al cinghiale – scrive Puglisi in una nota –. La verità è che gli istituti di vigilanza per abbassare i costi tagliano sul personale e le guardie sono costrette a lavorare da sole in totale mancanza di sicurezza e con carichi di lavoro eccessivi, perciò devono correre diventando un pericolo per sé e per gli altri”. Al momento dello schianto Carotenuto stava raggiungendo un collega a Ozzano per compiere un sopralluogo in un’azienda dove era scattato l’allarme.