Mancata misurazione della temperatura corporea all’ingresso della caserma e divieto di utilizzare le mascherine acquistate per proprio conto, da parte del Comandante della Compagnia Carabinieri di Rieti. Sarebbero queste, stando alla denuncia del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC), le problematiche all’interno del Comando Provinciale di Rieti in periodo di emergenza Coronavirus, in tutto contrasto con le linee guida emanante dal Comando Generale dell’Arma in un vademecum denominato “Covid-19 Compendio delle Disposizioni”.
A firmare la nota inviata al Comando Generale sono i rappresentanti della segreteria regionale Lazio e della segreteria provinciale di Rieti.
Nel documento si legge che, in ottemperanza a quanto previsto a pagina 26 del vademecum, relativamente alla vita di caserma e fruizione dei servizi e, in linea con quanto disposto dal Governo in materia di prevenzione, ogni accesso alla caserma deve essere sottoposto a controllo da parte del personale addetto all’ingresso. Come? Misurando la temperatura corporea, mediante termometro a infrarossi.
Tutto questo, secondo quanto denuncia NSC, non sarebbe avvenuto «ponendo maggiormente a rischio l’intera incolumità di tutti i militari».
«Tale procedura consentirebbe altresì – si legge ancora nella nota – di filtrare l’ingresso all’interno del Comando, a personale presumibilmente infetto a seconda della temperatura corporea rilevata evitando il proliferarsi dell’epidemia tutelando altresì l’incolumità di tutti i militari dipendenti nonché delle loro sacre famiglie. Noi del Nuovo Sindacato Carabinieri – proseguono – riteniamo sia una circostanza inaccettabile considerare “superflua” la salute dei Carabinieri e delle loro famiglie, in un momento storico dove sanitari e forze dell’ordine vengono chiamati giornalmente alla cura e tutela dei Cittadini Italiani».
I sindacalisti fanno poi riferimento al Luogotenente Salvatore Balbi, di 57 anni, scomparso il 20 aprile scorso proprio in provincia di Rieti, dopo la positività al coronavirus.
«Tale perdita deve essere un monito al fine di evitare queste spiacevoli disgrazie» scrivono.
Non solo mancati controlli all’ingresso dei locali della caserma, NSC denuncia anche il divieto imposto mediante una circolare dal Comandante della Compagnia di Rieti, di utilizzare dispositivi di protezione individuale reperiti in proprio, disponendo l’utilizzo esclusivo dei DPI forniti dall’amministrazione.
A tal proposito così come puntualizza il Sindacato, il Comando Generale relativamente ai DPI cita che possono essere utilizzati i dispositivi di protezione individuali di proprietà, basta non abbiano diciture pubblicitarie eccetto il logo della Fabbrica produttrice. Stesso discorso anche per guanti, gel e igienizzanti.
«Vietare l’uso con apposita circolare in contrasto con quelle del Comando Generale dell’Arma è inopportuno e ingiustificato, vista la carenza dei dispositivi di protezione».
Stando sempre a quanto si legge nella nota, i rappresentanti locali del Nuovo Sindacato Carabinieri, avrebbero anche provato a chiedere un appuntamento al comandante provinciale con la finalità di un dialogo costruttivo. Questi però, sempre secondo NSC, avrebbe rifiutato di interloquire limitandosi a rispondere di seguire le disposizioni impartite in merito ai rapporti con la rappresentanza a carattere sindacale da parte dell’Amministrazione Militare
«L’associazione Sindacale – scrive NSC – è libera, come dettato dall’Art.39 della Carta Costituzionale e non ha dipendenze gerarchiche nell’esercizio delle proprie funzioni; giova ricordare che il Capo Della Polizia, Sua Eccellenza Il Prefetto Gabrielli reputa importantissima la funzione demandata alle associazioni Sindacali. Il Nuovo Sindacato Carabinieri, La Segreteria Regionale Lazio e le Segreterie Provinciali, hanno l’intenzione di instaurare un rapporto di collaborazione e dialogo con i vertici dei vari Comandi, per risolvere e segnalare eventuali problematiche interne, ma visto la totale chiusura di alcuni, bisogna sempre rivolgersi alla Segreteria Nazionale e al Comando Generale. Ci auguriamo – concludono – l’approvazione di una legge sindacale, affinché tali situazioni non vengano più poste in essere».