Una condanna a venti anni per l’accusa dell’omicidio della moglie Melania Rea. Mai confessato. Dieci anni di reclusione scontati, tra pochi giorni, e una legge che, tra permessi e premi per buona condotta, gli consentirà di uscire dal carcere.
La rabbia della famiglia della giovane mamma uccisa, con 35 coltellate nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto, è arrivata presto nelle parole del fratello Michele Rea: “Così uccidono Melania ancora una volta. La pena non è stata esemplare, ma ora concedere anche dei premi significa dimenticare chi è la vera vittima”.
Salvatore Parolisi potrebbe tornare ad essere un uomo semi-libero. Ha fatto sapere che farà richiesta, tramite i suoi avvocati, dei diritti che ha maturato e che lo porteranno fuori dalle sbarre del carcere di Bollate, dove si trova dal 2010. Un premio, concesso a chi ha scontato metà della pena, senza arrecare problemi nella casa circondariale, 90 giorni l’anno che il nostro ordinamento prevede per chi ha comportamenti esemplari.
Non una scarcerazione totale quella dell’ex Caporal maggiore dell’Esercito, ritardata solo dall’emergenza Coronavirus. L’ex-militare, alla fine dell’emergenza sanitaria, potrebbe iniziare a lavorare giornalmente fuori dal penitenziario milanese, tramite l’assunzione in una cooperativa convenzionata. Un ritorno alla vita, in parte “normale”.
Ricordiamo che l’uomo ha perso la patria potestà sulla figlia avuta dal matrimonio con Melania “ha tutto il tempo per rifarsi una vita – ha dichiarato il fratello Michele Rea- dopo aver distrutto per sempre quella della moglie e aver segnato in maniera indelebile quella della figlia che per colpa sua sta crescendo senza la mamma e senza il papà”.