La polizia ha deposto un mazzo di fiori rossi davanti alla chiesa di San Donnino in largo Battisti per ricordare Giuseppe Vommaro noto come il Madonnaro che da anni abitava e viveva quel luogo e che e’ deceduto ieri a 63 anni Redazione I piu’ letti di oggi 1 Il tuo browser non puo’ riprodurre il video. Devi disattivare ad-block per riprodurre il video. Spot Il video non puo’ essere riprodotto riprova piu’ tardi. Attendi solo un istante … La deposizione foto E.Gatti Un mazzo di fiori rossi dove tutti i piacentini erano abituati a vedere Giuseppe Vommaro noto come Pino il Madonnaro in largo Battisti. Questo l’omaggio della polizia di Stato di Piacenza che ha voluto ricordare uno dei piu’ noti personaggi della nostra comunita’ che ha vissuto per anni sulla strada in pieno centro disegnando figure sacre sul sagrato della chiesa di San Donnino diventando cosi’ parte integrante del centro storico. Tutti lo conoscevano e la notizia della sua scomparsa ha fatto il giro del web come quando la stessa sorte tocco’ a Roberto Pezza noto come Pezza nel 2013. Pino si e’ spento a 63 anni nella sua stanza dentro il convento dei frati di Santa Maria di Campagna dove viveva da tempo grazie alla generosita’ di tanti benefattori che gli pagavano vitto e alloggio. La mattina di domenica 26 aprile i volontari della Caritas che gli portavano sempre il pasto lo hanno trovato senza vita. Di recente era stato ricoverato all’ospedale di Castelsangiovanni ma era stato dimesso da qualche giorno con i tamponi negativi. Gli era stato comunque raccomandato di stare in isolamento per un po’ di giorni. Il giornalista Renato Passerini lo aveva intervistato qualche tempo fa per il nostro quotidiano e Pino o come qualcuno lo chiamava anche Gino aveva raccontato la sua storia. A questo link potete leggere la sua incredibile vicenda. Don Ezio Molinari parroco di San Francesco che ringraziamo per averci fornito anche qualche immagine lo ricorda come una persona buona benvoluto da tutti in centro. Un uomo che aveva anche una sua sensibilita’ artistica e che aveva avuto probabilmente la possibilita’ di studiare un po’ di arte perche’ certe volte mi chiedeva di scaricare da internet le immagini di dipinti famosi che lui conosceva . Toccante il ricordo che non senza emozione racconta Dina Rigolli che si occupa della mensa e del centro di ascolto della Caritas. Pino era un animo ribelle ma un uomo profondamente buono e che si preoccupava per gli altri. Si arrabbiava un po’ quando lo chiamavano Gino perche’ lui era Pino. Con me si era aperto e mi aveva confidato tanto della sua vita passata dei suoi affetti piu’ cari. Spiace tanto non poterlo salutare per le restrizioni che stiamo vivendo in questo periodo. Lui era uno che si fidava e questa per me e’ stata la cosa piu’ importante. Aveva un gusto per il bello per l’arte e ascoltarlo era piacevole.