E così questa mattina, il primo cittadino Giuseppe Falcomatà ha consegnato la formale pergamena del San Giorgio d’Oro, patrono della Città, ai genitori del Vigile del fuoco Antonino Candido, morto 5 mesi fa, durante l’esplosione di un edificio a Quargnento in provincia di Alessandria.
Un momento di commozione per la mamma e il papà di Nino che, ancora una volta, nonostante il periodo di emergenza sanitaria da Covid-19, sentono il calore e l’abbraccio di una Reggio che non li ha e non li vuole assolutamente lasciare soli.
“E’ un gesto che tocca i nostri cuori colmi di dolore e amore per la perdita del nostro Nino e questo riconoscimento non può che farci piacere – afferma mamma Marina – Mio figlio amava il suo lavoro, era fiero della divisa che indossava, di poter servire lo Stato, di aiutare i più bisognosi ma soprattutto, amava la sua terra. Chi lo ha conosciuto, sa che per Nino essere un Vigile del fuoco era una missione, svolgeva sempre il suo lavoro con quella libertà di pensiero e di azione per rappresentare al meglio la sua gente”.
Un premio che vuole non solo omaggiare un eroe prematuramente scomparso ma ripaga simbolicamente i tanti sacrifici, le rinunce e gli ostacoli che, giorno per giorno, il giovane vigile ha dovuto affrontare prima di entrare nella grande famiglia dei pompieri.
I colleghi ricordano la grande responsabilità, l’onestà, la serietà, la professionalità e le qualità umane che Nino in questi pochi anni di servizio, è riuscito a dimostrare ma per molti è difficile accettare la sua assenza. E le parole della motivazione per il San Giorgio d’Oro 2020, la cui “cerimonia ufficiale di conferimento è solo rimandata”, ci tiene a precisarlo il sindaco Falcomatà, rimarcano le doti di un figlio del Sud che continuerà ad essere amato dalla sua città.
“Orgoglio reggino, vigile del fuoco innamorato di quello che per lui non era solo un mestiere ma soprattutto una missione. Coronato il sogno di arruolarsi nel corpo dei Vigili del Fuoco nel 2017, come tanti altri nostri giovani ha dovuto lasciare la sua amata città, per trasferirsi ad Alessandria con la giovane moglie. Buono, generoso e responsabile, ha perso la vita, nello svolgimento del suo dovere, per il gesto criminale di un irresponsabile, in una tragica notte di novembre del 2019. A lui il ringraziamento incondizionato della città di Reggio Calabria”.
Parole che riaprono la ferita mai cicatrizzata di vite spezzate dalla bieca crudeltà umana ma che, forse, nel riscaldare i cuori di mamma Marina, papà Angelo, della sorella Ilaria e della moglie Elena saranno un ulteriore sprone per continuare la battaglia di giustizia per Nino, Matteo Gastaldo e Marco Triches perché i responsabili di quella tragedia che poteva essere evitata, siano debitamente puniti per il male fatto.