Nessuno divieto, quindi, di prendere parte alle celebrazioni ufficiali del 25 aprile per gli eredi dei partigiani italiani. Non si possono celebrare messe e funerali, però la sacralità del giorno della Liberazione non si tocca. E allora, si può anche chiudere un occhio. La festa verrà santificata nonostante l’emergenza. La circolare inviata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, ai prefetti dello Stivale, non vieterà ai resistenti di presenziare assieme alle autorità alle solennità previste per il weekend. Lo ha chiarito una nota di Palazzo di Chigi, spegnendo le polemiche di queste ore. Sono volate parole di fuoco. L’associazione combattentistica aveva parlato di “divieto inaccettabile”, di una “scusa per cancellare la memoria democratica del nostro Paese”. È “sinotomo di malafede politica”, oppure di “ignoranza”. La richiesta era quella di cambiare le regole e, in caso contrario, poco sarebbe importato. L’Anpi si era detta pronta ad infrangerle, deponendo comunque un fiore o una corona nei luoghi simbolo della Resistenza. Cosa che, stando al contenuto della circolare, sembrava fosse consentita solo a prefetti, questori e, forse, anche ai sindaci.
fonte il Giornale