Due zie, uno zio, e due cugini, uno dei due minorenni. Ecco le parentele tra i nove arrestati per la devastazione del pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini a Napoli la notte della morte di Ugo Russo ucciso a 15 anni da un carabiniere in un tentativo rapina il 29 febbraio scorso. Nella misura di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice per le indagini preliminari Nicoletta Campanaro sono ricostruite tutte le fasi della drammatica vicenda partendo innanzitutto dalle dichiarazioni di medici e infermieri che si sono trovati in quei locali quando dalla Rianimazione hanno riferito ai genitori di Ugo che non c’era piu’ nulla da fare. Erano le 3.38 e all’ingresso c’erano almeno 100 persone – racconta uno dei medici – io sono stato spintonato ho avuto tanta paura cosi’ come i miei colleghi che erano con me quella sera. Avevamo tutti una frequenza cardiaca alta e in particolare una collega che ha avuto un particolare disagio emotivo. Si e’ scatenato l’inferno. Lavoro da 17 anni al Pellegrini ma io una situazione cosi’ tremenda non l’ho mai vissuta . Gli arrestati sono stati individuati grazie alle immagini di sicurezza ma anche a un video che un agente in borghese del commissariato San Carlo Arena ha fatto durante le fasi della devastazione. Comparandole con i profili social di familiari e amici del ragazzo si e’ arrivati all’identificazione dei responsabili della devastazione. Il gip parla di scenario raccapricciante che rimanda a una vera e propria guerra urbana alla messa in opera quasi scientifica di una vera e propria devastazione