Coronavirus, una detenuta positiva a Rebibbia: “Spallanzani ha chiesto tampone per tutte le compagne”
Nelle immediate vicinanze dell’infermeria, spiega, “vi è la sezione “orchidea” dove lavorano le detenute dell’intera struttura carceraria e il reparto con le mamme con otto bambini. Questo accentua ulteriormente le preoccupazioni per il propagarsi del virus all’interno dell’istituto e soprattutto per la salute di mamme-detenute e bambini”.
Il sindacalista chiede così di “affidare la gestione per l’emergenza sanitaria derivante dal coronavirus nelle carceri italiane a strutture come lo Spallanzani, il Cotugno ed il San Raffaele, solo per fare degli esempi, le quali potrebbero dettare le linee guida per cercare di evitare una catastrofe sanitaria oramai certa”. Per Di Giacomo, al contrario, “l’amministrazione penitenziaria ha dimostrato di non avere nessuna capacità gestionale per l’emergenza Covid-19 negli istituti penitenziari italiani ed ormai il sistema sta per implodere”.
Proprio ieri, mercoledì 8 marzo, il sindacalista aveva scritto al presidente della Regione Lazio e alla Protezione civile per evidenziare la mancanza e l’inadeguatezza dei dispositivi di prevenzione individuale e la richiesta di tamponi per tutto il personale penitenziario. Si legge nel documento: “Da quanto riportatoci, sembrerebbe che siano state consegnate al personale di polizia penitenziaria mascherine tipo hobbistico e, solo nella stragrande maggioranza dei casi una o due mascherine chirurgiche. Da quanto ci risulta, le mascherine ad argomento della presente (tipo hobbistico), non rientrano tra i dispositivi dichiarati idonei a prevenire e contenere il contagio da Covid-19”.
Per quanto riguarda le mascherine di tipo chirurgico, invece, “è ben noto a tutti che hanno la capacità di proteggere coloro che hanno contatto con persone eventualmente infette ma di fatto non proteggono coloro che la indossano se questi si relazionano a loro volta con persone infette prive di protezione adeguata, e poi, come è ben noto, questi dispositivi hanno una efficacia valenza difensiva di 8 ore massimo, invece ci è stato riferito che il personale a cui tali dispositivi sono stati consegnati, dovrebbe utilizzarli addirittura per intere settimane consecutivamente”. “
fonte romatoday