Il coronavirus non puo’ diventare il pretesto per allargare le maglie della detenzione carceraria soprattutto se a trarne beneficio sono potenti boss come Vincenzino Iannazzo ritenuto capo della omonima cosca di Lamezia Terme . Lo dichiara Wanda Ferro parlamentare di FdI e segretario della Commissione parlamentare antimafia commentando la notizia la scarcerazione del boss Iannazzo decisa dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro per via dell’incompatibilita’ delle sue condizioni di salute in relazione al Covid-19. Pur nel rispetto delle decisioni dei giudici – spiega Ferro – ritengo che non si possa lasciare tornare a casa un boss mafioso consentendogli facilmente di avere contatti con l’esterno e tenere le fila dell’organizzazione. Dopo una condanna a 14 anni e mezzo di carcere ritengo insufficiente la detenzione domiciliare seppur con l’applicazione del braccialetto elettronico il rischio non e’ tanto quello della fuga del detenuto ma quello di ridare impulso ad una organizzazione criminale potentissima e pericolosa al cui contrasto negli anni hanno lavorato con impegno le forze dell’ordine e la magistratura. Si dovrebbero piuttosto predisporre in carcere tutte le misure mediche e sanitarie per garantire la salvaguardia dello stato di salute del detenuto che presenta un deficit immunitario. Noi di FdI – prosegue – ci siamo opposti con forza all’introduzione dell’articolo 123 nel decreto legge 18 una vera e propria norma svuota carceri che dimostra l’incapacita’ e l’approssimazione del governo che non riuscendo a garantire adeguate condizioni sanitarie negli istituti di pena preferisce mandare a casa i delinquenti vanificando il lavoro di chi ha lavorato e rischiato per assicurarli alla giustizia e mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini. Se pure e’ comprensibile incentivare la decisione di misure alternative idonee ad alleggerire la pressione delle presenze non necessarie in carcere come rimarcato in un documento di indirizzo della Procura Generale della Cassazione non si puo’ consentire che cio’ riguardi i delitti ricompresi nel perimetro presuntivo di pericolosita’ sociale come appunto i reati di mafia non solo per quanto riguarda l’esecuzione delle pene detentive ma anche per l’adozione di misure cautelari . Poiche’ conclude ai fini della valutazione sull’incompatibilita’ tra il regime detentivo e le condizioni di salute del condannato rileva anche la capacita’ dell’istituto di pena di assicurare mediante i propri presidi la necessaria assistenza al detenuto il governo deve garantire l’adeguamento delle strutture all’emergenza in corso non liberarsi del problema con un pericolosissimo tutti a casa.
Approvazione arriva da Franco Maccari, Vice presidente nazionale di Fsp Polizia di Stato: “Ben detto – scrive Maccari su twitter – Questa è la politica che ci piace. Nessuno pensi ad un decreto svuota carceri, sarebbe una vera e propria offesa nei confronti dei Servitori dello Stato in divisa”.