Riportiamo integralmente lo sfogo di uno degli aspiranti 455 Allievi Agenti della Polizia di Stato, escluso dal concorso a causa di un emendamento nel dl semplificazioni, a firma di un senatore della Lega.
“Quest’oggi commetterò un peccato veniale: sfrutterò la pagina per uno sfogo personale, ma sono sicuro di non far torto ai miei “colleghi”.
Faccio uno sfogo perché, come tutti noi, sono a casa e vorrei essere altrove, non si tratta di opportunismo, ne di strumentalizzazione.
Vorrei essere altrove ad aiutare il mio paese in questo momento di difficoltà. Vorrei esserci ora come avrei voluto esserci in altre occasioni.
E a chi mi dice di smetterla di fare l’ipocrita, che non è vero che lo faccio per amor di patria, per un senso di appartenenza forte, rispondo che ancor oggi mi commuovo a vedere le immagini del terremoto di L’Aquila perché, prima di tutto, sono uomo e, dove posso, in base a quelle che sono le mie attitudini, mi piace aiutare chi è in difficoltà. No, non farei il medico, mai, non è nelle mie corde, ma in una situazione come questa ho inoltrato la domanda come volontario temporaneo perché se serve ci sono. Questo va in risposta a chi mi dice che “posso sempre farlo”, ma l’ordinarietà è altro, per l’emergenza sono qui, come tutti noi.
Sentire dei deceduti giornalieri, leggere di chi sfida il virus nel quotidiano svolgendo le proprie mansioni (medici, forze dell’ordine, ma anche operatori dei supermercati), mentre io sono qui, impotente a casa con la voglia di fare qualcosa è frustrante.
Io sono qui oggi, ero qui ieri, sarò qui domani.
Noi siamo qui oggi, noi eravamo qui ieri, noi saremo qui domani…e non dimentichiamocelo mai”