Siamo sconcertati dalla votazione favorevole della IV Commissione Difesa del Senato, durante i lavori di conversione del D.L. n.18/2020 (DDL1766) nella seduta del 26 marzo 2020, all’emendamento che di fatto, concederebbe uno scudo penale ai vertici delle amministrazioni del Comparto Sicurezza e Difesa in esito ai rischi a cui è esposto il personale nella gestione dell’emergenza sanitaria in corso.
Si intenderebbe, pertanto, escludere la responsabilità del datore di lavoro e del preposto, figure espressamente previste dal D. Lgs. 81/08 e dal codice civile, a meno che non venga dimostrata a loro carico la colpa grave o il dolo.
E’ una ipotesi che, al di là dei profili di incostituzionalità, vede la nostra netta e forte contrarietà, tale scelta vanificherebbe tutte le conquiste volte alla tutela dei lavoratori nell’affrontare sul posto di lavoro i rischi connessi alla propria funzione ed in tal senso ci conforta apprendere che, a quanto risulta, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha espresso parere contrario a tale misura.
In un momento storicamente eccezionale, la cui tragicità sarà pienamente compresa solo tra qualche tempo, le donne e gli uomini in divisa sono chiamati ad assolvere un compito decisivo nella lotta al contenimento ed alla sconfitta del virus e non può minimamente essere presa in considerazione alcuna ipotesi di deresponsabilizzazione preventiva e retroattiva.
Gli effetti nefasti, in
termini di ammalati e deceduti, sono già tangibili anche tra il personale in
uniforme e ciò di cui la politica tutta si deve preoccupare è di fornirgli al
più presto tutti gli strumenti ed i dispositivi di protezione individuale
necessari a combattere questa guerra, piuttosto che pensare a scudi penali
ingiustificati e immorali.