Il governo di accordo nazionale di Tripoli ha annunciato la scarcerazione di oltre 450 detenuti per scongiurare la diffusione del coronavirus dopo che le autorita’ sanitarie libiche hanno confermato finora otto casi di contagi tra Tripoli e Misurata. Un incremento che ha indotto il governo anche a estendere il coprifuoco in vigore dal 21 marzo scorso dalle 14 alle 7. Secondo quanto riportato dai media libici il governo ha anche vietato gli spostamenti tra le citta’ se non per ragioni di salute e per questioni urgenti di sicurezza. L’Organizzazione mondiale della Sanita’ ha classificato la Libia tra i Paesi a piu’ alto rischio della regione a fronte di un sistema sanitario e di tutti i servizi pubblici essenziali danneggiati da un conflitto in corso dal 2011. Le capacita’ di risposta a un’epidemia sono estremamente limitate nell’Est della Libia e quasi inesistenti nel Sud – si legge nella dichiarazione del direttore regionale Ahmed Al-Mandhari per il Mediterraneo Orientale – le popolazioni vulnerabili presenti in tutto il paese come gli sfollati i migranti e i rifugiati sono i a rischio malattia a causa del limitato accesso all’assistenza sanitaria alle informazioni sulla malattia e alle condizioni in cui vivono. La situazione nei centri di detenzione e nelle carceri e’ particolarmente preoccupante . Secondo il Global Health Security Index GHS del 2019 la Libia si colloca al 185esimo posto tra 195 Paesi per la sua capacita’ di rispondere alla diffusione di un’epidemia e in un rapporto del marzo 2020 figura tra i 27 paesi definiti i piu’ vulnerabili alle epidemie