Dopo la rivolta dei detenuti scatta la rabbia dei poliziotti. In questi ultimi giorni i poliziotti penitenziari hanno sopportato di tutto – spiega in una nota il Sappe – fronteggiando da soli e senza mezzi le gravi rivolte dei detenuti che hanno distrutto una trentina di carceri con un bilancio da guerra 12 morti e 72 evasi dal carcere di Foggia fortunatamente ripresi quasi tutti . Data l’eccezionalita’ e la gravita’ della situazione quando accadono questi episodi di guerriglia in cui vengono messi in discussione i diritti fondamenti di uno Stato civile Ministro della Giustizia e Capo del Dap dovrebbero essere presenti e pronti ad impartire disposizioni e dare coraggio ai poliziotti. Invece nell’Italia degli Schettino anche alcuni comandanti delle carceri hanno ritenuto bene di sparire per poi riapparire con dichiarazioni irritanti e sconclusionate. L’insofferenza dei poliziotti che da anni si sentono trattati come ‘carne da macello’ – si legge ancora nella nota – era gia’ alta prima delle rivolte poiche’ nonostante il rischio d i contagio da coronavirus da settimane chiedevano i Dpi mai pervenuti per poter lavorare con un po’ piu’ di sicurezza nelle carceri. Per incanto poi subito dopo le rivolte il Dap ha fatto arrivare circa 100mila mascherine in tutte le carceri italiane peraltro non idonee allo schermo totale fornitura esaurita in pochi giorni nonostante il pericolo di contagio sia diventato sempre piu’ preoccupante. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso e’ stata una circolare del capo del Dap con cui da una parte si costringono gli agenti a lavorare anche in presenza di contagiati poiche’ dichiarati ‘lavoratori essenziali’ ma dall’altra non viene assunta alcuna misura a tutela della salute degli stessi delle loro famiglie e dei detenuti. Questo ha fatto crescere la sfiducia dei lavoratori che starebbero valutando di presentare in massa richiesta di dimissioni. Tuttavia in un momento cosi’ grave per il Paese il Sappe pur condividendo in pieno le gravi preoccupazioni dei lavoratori abbandonati a se stessi – sottolinea Federico Pilagatti segretario nazionale del sindacato autonomo della polizia penitenziaria – sta chiedendo alle migliaia di donne e uomini in divisa un ulteriore gesto di responsabilita’ restando a presidiare le carceri senza abbassare la guardia perche’ la situazione dei penitenziari e’ tutt’altro che risolta. Infatti la grande tensione tuttora presente puo’ sfociare in qualsiasi momento in qualche cosa di ancora piu’ grave di quanto finora accaduto anche se i detenuti iniziano a monetizzare il premio per aver distrutto tante carceri come la detenzione domiciliare o l’adozione del braccialetto elettronico. Ci aspettiamo quindi che il Governo il Ministro il Capo del Dap – conclude Pilagatti – cosi’ veloci nel prendere i provvedimenti a favore dei detenuti dimostrino altrettanta responsabilita’ mettendo i poliziotti penitenziari nelle condizioni di lavorare con un minimo di sicurezza sia per la loro incolumita’ che per la loro salute. Il Sappe terra’ ben a mente quando finora accaduto e quando sara’ finita l’emergenza promuovera’ numerose ed eclatanti azioni di protesta sostenute anche in via giudiziaria affinche’ i responsabili politici ed amministrativi autori di scelte e omissioni assurde e contrastanti dovranno rendere conto fino all’ultima lacrima versata dai baschi blu per difendere la Patria e le Istituzioni