Sappe a Bonafede: se ci sei batti un colpo
Giornata ad alta tensione ieri nel carcere Bollate di Milano. Nel pomeriggio di ieri – evidenzia Matteo Savino vice segretario regionale per la Lombardia del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe – un detenuto straniero di circa trent’anni ristretto a Bollate per vari reati tra i quali violenza sessuale e un fine pena abbastanza significativo 2031 dopo avere terminato il colloquio con i familiari si e’ recato da solo perche’ in regime di vigilanza dinamica in infermeria per chiedere della terapia fuori da ogni regola. Al giusto e legittimo rifiuto dell’infermiere ha iniziato da inveire ed ha preso a morsi e sputi in faccia i due poliziotti intervenuti tempestivamente. Una situazione grave e assurda . Per Donato Capece segretario generale del Sappe il primo e piu’ rappresentativo dei Baschi Azzurri i gravi episodi avvenuti nel carcere di Bollate che non hanno avuto un tragico epilogo grazie all’attenzione ed alla prontezza del personale di Polizia penitenziaria riporta drammaticamente d’attualita’ la grave situazione penitenziaria specie nel carcere di Bollate dove dovrebbe essere prevista una sezione detentiva ‘chiusa’ per i detenuti che turbano l’ordine e la sicurezza con atti di violenti e aggressivi. Capece ricorda inoltre che proprio pochi giorni fa il Sappe e altri sindacati della polizia penitenziaria hanno dichiarato lo stato di agitazione e la sospensione delle relazioni sindacali con il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per l’assenza di provvedimenti che contrastino le continue violenze in carcere e le aggressioni alle donne e agli uomini in divisa. Riteniamo che la grave situazione in cui versano le carceri italiane imponga un’inversione di marcia da parte del vertice politico e amministrativo del ministero della Giustizia e piu’ in generale del governo . Il ministero della Giustizia e il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – conclude – poco e nulla hanno fatto per porre soluzione alle troppe problematiche che caratterizzano la quotidianita’ professionale dei poliziotti penitenziari ma non si puo’ continuare a tergiversare Non si perde altro prezioso tempo nel non mettere in atto immediate strategie di contrasto del disagio che vivono gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria e’ irresponsabile. E per questo scenderemo presto in piazza per denunciare lo stato di abbandono in cui ci troviamo Rinnovo il mio appello al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede se ci sei batti un colpo