“Rispetto alla drammatica morte di uno degli ospiti del Cpr di Gradisca D’Isonzo sono sacrosante le parole del Capo della Polizia contro il solito insopportabile accanimento preventivo contro l’operato delle Forze dell’ordine. Siamo stati i primi a valutare come positivi l’intervento giudiziario e l’interesse mediatico e politico scatenatosi attorno a una struttura che vede i colleghi operare in condizioni difficilissime, e che porta con sé tutta una serie di problematiche che devono essere risolte in sede politica e normativa, e non certo addossate al personale in divisa che, in tutte le circostanze, finisce sempre per farne le spese. Fa venire i brividi vedere con quale superficialità e con quale disinvoltura si strumentalizzi una vicenda dolorosa e complicata del passato, ma l’intento è chiaro: ora si vuol tramutare il caso Cucchi in un tormentone, un’arma da usare gratuitamente contro le Forze dell’ordine prima ancora di conoscere i fatti”.
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, commenta le dichiarazioni del prefetto Franco Gabrielli a proposito delle accuse mosse agli agenti in seguito alla morte del georgiano Vakhtang Enukidze, detenuto al Cpr di Gradisca e deceduto sabato scorso all’ospedale, in circostanze su cui Squadra mobile e Magistratura stanno indagando.
“Abbiamo denunciato dettagliatamente – conclude Mazzetti – la situazione delicatissima che si registra nel Cpr, dove si susseguono episodi di violenza, fughe, danneggiamenti, incendi, e dove i poliziotti del territorio e quelli del Reparto mobile di Padova fronteggiano continuamente reazioni incontrollate e circostanze pericolosissime senza protocolli certi, in un quadro normativo vago e in condizioni di insicurezza. Sarebbe ora di smetterla con gli slogan che inneggiano all’odio per chi porta la divisa e affrontare i veri problemi, nell’interesse di tutti”.