Riceviamo e pubblichiamo la lettera che l’USIC (Unione Sinsacale Italiana Carabinieri) ha scritto al Comandante Generale dell’Arma, in merito al caso di Copparo.
Egregio Comandante,
La nostra storia, il nostro essere vicini ai cittadini, la nostra disponibilità al sacrificio ma principalmente la nostra onesta morale, intellettuale e comportamentale non ci ha risparmiato neanche in queste festività natalizie dagli attacchi messi in atto da professionisti del web che ormai inondano l’etere di fake pur di avere un briciolo di popolarità o anche per strumentalizzare politicamente un qualsiasi accadimento all’interno della nostra grande famiglia. Ci riferiamo all’episodio avvenuto nella Compagnia di Copparo dove il Comandante, sembrerebbe sia stato accusato di aver vietato il ricovero di un arrestato. Presumiamo che la professionalità del Maggiore Giorgio Feola e dei suoi eccellenti collaboratori della Compagnia di Copparo (FE), sia stata compromessa probabilmente non con l’accadimento in questione ma mesi addietro, dove il Maggiore, intervenendo ad un convegno pubblico della CGIL, il cui oggetto era “affrontare il tema delle truffe agli anziani” e durante il suo saluto si permetteva di far notare che nel corso del convegno non si era per nulla affrontato l’argomento previsto. Probabilmente il più grande sindacato italiano non ha accettato di buon grado la grande onestà intellettuale del maggiore ed alla prima utile occasione, non ha esitato a creare il caso mediatico, facendo venire meno il principio di difesa e tutela del lavoratore cui un sindacato è tenuto ad osservare.. Per fortuna che la verità di quanto accaduto a breve si paleserà con riscontri e con prove che sicuramente scagioneranno il Maggiore Feola ed al contrario dimostreranno la pochezza intellettuale del primo sindacato Italiano che non ha esitato nel cercare di mettere in difficoltà un lavoratore onesto ma principalmente un Comando Carabinieri sempre a disposizione del giusto.
Comandante noi siamo un sindacato nato da poco e, sinceramente non ci rivediamo in questi comportamenti. Per noi fare sindacato significa difendere il lavoratore e non strumentalizzarne politicamente il lavoro e chissà poi per quali alti motivi (politici, personali o quant’altro).
Speriamo che in questo perverso gioco di potere, non cada la scala gerarchica di quella Legione e proponga la movimentazione cautelativa dell’Ufficiale. Sarebbe grave, molto grave perché metterebbe in gioco la tenuta della nostra Amministrazione per la presunta incompatibilità di tutti quei nostri Dirigenti oggi proposti alla gogna mediatica tramite denunce ed esposti vari presentati alla Magistratura. In una precedente missiva le avevamo attenzionato il problema delle incompatibilità collegato alle decisioni soggettive della scala gerarchica a cui si chiedeva un suo autorevole intervento per impartire inequivocabili direttive.
L’Unione Sindacale Italiana Carabinieri è solidale con i Carabinieri della Compagnia di Copparo e con il suo Comandante, così come è solidale nelle vicende, a nostro avviso per nulla veritiere che oggi popolano il mondo dell’etere relative al nostro mondo dirigenziale e ci auspichiamo che tutta l’Arma dei Carabinieri faccia quadrato intorno a questo episodio che sa molto di strumentale e poco di razionale.