Massimiliano Addario, l’artificiere della Polizia di Stato balzato agli onori delle cronache nel 2014, a seguito degli scontri tra Polizia e antagonisti nel corso della manifestazione dei Movimenti per la casa a Roma, è stato assolto dalla decima sezione penale del tribunale di Roma perché “il fatto non sussiste”. Il poliziotto fu accusato di aver calpestato una manifestante lasciata inerme per terra.
«Quel giorno del 2014 i colleghi hanno dovuto difendere la città di Roma da devastazioni e danneggiamenti. Hanno dovuto parare lanci di pietre e sassi. Ma a questo ci addestriamo e ci si abitua. Allora, però, il fendente morale più virulento venne dell’allora Capo della Polizia Alessandro Pansa, il quale esordì dicendo che vi fosse “un cretino da identificare”, riferendosi al collega finito sotto processo». A dichiararlo è Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap).
«Dopo 5 anni di processo, gogna mediatica, l’appellativo di “cretino”, varie ripercussioni sulla carriera e spese legali pagate di tasca propria, oggi il collega è stato assolto. Prima di accusare uno dei propri uomini e fedele servitore del nostro paese, che ha messo a rischio la propria incolumità per far rispettare la legalità, sarebbe stato opportuno verificare i fatti. Per i giudici – prosegue Paoloni – il fatto non sussiste. Siamo soddisfatti per questa sentenza che ha riconosciuto la legittimità dell’operato del nostro collega e ancora una volta, torniamo a chiedere idonee garanzie funzionali e tutele legali della funzione per fatti avvenuti in servizio».