«Per troppi anni lontani dalle proprie famiglie e dai propri affetti. I poliziotti in attesa di trasferimento per quelle sedi a lunga graduatoria come Pescara, Brindisi, Lecce, Taranto e altre città, hanno ricevuto l’ennesimo schiaffo con la decisione dell’Amministrazione di destinare in quelle sedi, il 30% degli agenti di nuova nomina. In questo modo le attese diventano ancora più lunghe e questo non è accettabile per quei colleghi che aspettano da decenni di ricongiungersi ai propri cari». Lo dichiara Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che, oramai da mesi, ha lanciato la campagna “Stop 30%”, come forma di dissenso avverso questo provvedimento.
«I colleghi fuori sede pagano le spese di politiche sbagliate sulla mobilità del personale. Anche noi poliziotti abbiamo diritto alla famiglia e a contribuire alla crescita ed educazione dei nostri figli che deve avvenire guardandoli negli occhi e non per corrispondenza. Per questo motivo – prosegue Paoloni – abbiamo predisposto due tipologie di cartoline che abbiamo distribuito ai colleghi e alle loro famiglie, affinché le spediscano al Capo della Polizia. Con queste cartoline, il collega, una moglie, un marito, una sorella, chiedono al Capo di poter ricongiungersi al proprio caro e di ravvedersi sulla destinazione del 30% di nuovi agenti in quelle sedi. Raggiungere la propria famiglia – conclude Paoloni – oltre a rappresentare un diritto, evita malessere e forme di stress, molto spesso riconducibili al fattore della lontananza. Siamo padri, madri, mariti e mogli. Abbiamo il diritto di vivere i nostri affetti».